La psicoterapia è relazione di aiuto e nell’orientamento fenomenologico-esistenziale tale relazione consiste nell’ “aiutare la persona ad aiutare se stessa” nella gestione del conflitto interno, perché possa trovare il modo di trasformare le esperienze frustranti in altre più soddisfacenti.
P. Quattrini
P. Quattrini
|
Che cos'è la Psicoterapia della Gestalt?
La psicoterapia della Gestalt, modello psicoterapeutico gestaltico orientato in senso umanistico – esistenziale, presenta una visione dinamica e dialettica della condizione umana. L’uomo è visto come un organismo in continua tensione dialettica, sempre e costantemente oscillante tra molteplici bisogni e spinte biologiche, psicologiche e sociali.
Perls afferma che “tutta la vita è caratterizzata da questo gioco costante di equilibrio e squilibrio all’interno dell’organismo”. La prevalenza di un bisogno sull’altro è determinata dal fatto che l’organismo umano si può sviluppare unicamente in relazione all’ambiente. Ciò significa che un bisogno tende a prevalere in relazione alla situazione in atto. La tendenza dell’organismo è quella di autoregolarsi disciplinando l’emergere dei bisogni attraverso un meccanismo di figura – sfondo. L’equilibrio può vacillare per l’interazione con l’ambiente esterno o con le diverse parti dell’organismo stesso. Queste perturbazioni dell’equilibrio si manifestano nel vissuto dell’organismo come bisogni che producono cambiamenti dello stato dell’organismo a livello somatico, emotivo, cognitivo. Si può dire, quindi, che l’autoregolazione organismica consiste nella capacità dell’organismo di mantenere un equilibrio dinamico attraverso l’interazione con se stesso e con l’ambiente. Il ruolo del terapeuta gestaltico è quello di aiutare la persona a smettere di interferire col funzionamento dell’organismo che si autoregola. Possiamo paragonare la persona “bloccata” ad un fiume che si è impaludato e il terapeuta a colui che cerca il blocco e toglie i sassi che interrompono il flusso dell’acqua in modo che il fiume ricominci a scorrere naturalmente riprendendo il suo corso. Il momento presente, qui e ora, appunto, è, secondo l’ottica gestaltica, l’unico spazio temporale a cui è possibile e utile prestare attenzione. Il cliente, nella terapia, può apprendere il modo di vivere nel qui e ora e acquisire consapevolezza dei propri gesti e delle proprie emozioni, avendo la possibilità di ri-sperimentare, nel presente, situazioni non risolte del passato, con il sostegno e l’incoraggiamento del terapeuta. L’effetto terapeutico consiste nell’imparare a vivere nel qui e ora chiudendo le gestalt che sono rimaste aperte in modo di potersi muovere verso nuove esperienza senza restare bloccati dagli eventi inconclusi del passato che distraggono la persona dalle azioni presenti. E’ fondamentale che la persona sia capace di autoappoggio e responsabile delle proprie scelte. Aiutare il cliente a sviluppare la capacità di risposta alla propria complessità psico-fisico-emozionale-spirituale è necessario perché possa raggiungere una migliore qualità di vita. Spesso il cliente è portato a delegare il terapeuta alla soluzione dei propri problemi, coltivando l’illusione che qualcun altro possa assumersi la responsabilità di lui e per lui, che egli possa ricevere amore senza scegliere, senza rischiare e che le cose possano cambiare senza l’impegno e talvolta il dolore che portano alla crescita della personalità. Il terapeuta, oltre a frustrare l’aspettativa di restare passivo del cliente, lavora per attivare il suo potenziale creativo, facendolo divenire consapevole di avere la capacità di scoprire le proprie possibilità e di far fronte alle situazioni che in ogni momento si presentano nella vita, senza ricorrere all’adattamento passivo e senza conformarsi ad imperativi morali e a modelli ideali che sono altro da lui. La psicoterapia della gestalt interrompe i copioni di vita ripetitivi, permettendo una ristrutturazione terapeutica della personalità e promuovendo la consapevolezza di sé nel mondo attraverso la riconversione dell’attenzione. In questo modo, la persona recupera la propria presenza nel mondo, che rende possibile l’assunzione di responsabilità e la capacità di compiere scelte personali (o.rossi, 1997). La psicoterapia della gestalt incita a comprendere ciò che si è ed accettarsi, rinunciando a desiderare di cambiare soltanto per aderire ad un modello di riferimento. Il processo terapeutico aumenta la consapevolezza e la responsabilità del paziente e l’accettazione del materiale che emerge dal lavoro psicoterapeutico. Tutto ciò consente il cambiamento paradossale. Si chiama paradossale perché non implica necessariamente che la persona cambi comportamenti, idee, atteggiamenti né nessun altro aspetto del sè. Tuttavia, dopo aver preso consapevolezza ed aver accettato le proprie caratteristiche individuali, i propri sentimenti e i propri bisogni, niente è più come prima, anche nel caso che la persona scelga di continuare a comportarsi secondo le vecchie abitudini. Si crea la libertà e la responsabilità della propria posizione esistenziale. A cura di Sara Cattaneo. |
Perchè scegliere un percorso di terapia?Un giorno i sentieri della vita mi portarono a fermarmi in un luogo e ad essere sola in esso, con affetti e amici lontani. In quella occasione dolorosamente dovetti prendere atto che, nell'esistenza e nelle relazioni, più che scegliere reagivo. Che avevo sviluppato tutta una serie di automatismi, di comportamenti standard a causa dei quali le emozioni, i desideri e il piacere erano esclusi dal piano della consapevolezza. Che non avevo più contatto con il momento presente, che, per paura, tutto era già catalogato ma che nel catalogo non era presente il solo capitolo che mi avrebbe permesso di essere protagonista di quello che stavo vivendo, non una mera esecutrice di idee preconfezionate da me e da altri. La scelta di intraprendere un percorso di terapia mi permise di riappropriarmi di quel capitolo perduto la cui etichetta in prima pagina riportava la scritta: contatto con me. Questa fu la mia esperienza, ma in generale ritengo che la terapia possa aiutare a trovare degli utili strumenti in quei momenti dell'esistenza, dai contorni specifici o che si allargano all'intera esperienza di vita, in cui sentiamo di volere qualcosa di più da noi e dalla nostra vita. A cura di Laura Pieroni. Le persone, spesso, quando si rivolgono ad uno psicoterapeuta lo fanno con la convinzione che "mi darà la soluzione, mi dirà come si fa". Una sorta di formula magica che permetta di stare bene, inteso come non sentirsi in difficoltà davanti agli eventi, piccoli e grandi, della vita. Per quanto ammetto che sarebbe comodo possedere abilità magiche, così non è, e il mio lavoro consiste nell'affiancare la persona che mi chiede aiuto a trovare il proprio stare nel mondo, magari simile a quello di altri ma unico. Nel mio personale percorso di crescita mi sono infinite volte persa nel chiedermi il "perché" di molte mie scelte che non mi facevano stare bene. Cercavo di capire l'origine dei mei comportamenti convinta che comprendere il perché avrebbe risolto tutto. Finché mi sono resa conto che l'unica cosa da fare era quella più semplice e anche, paradossalmente, molto difficile: prendere consapevolezza di "come" io sto nel mondo ed accettarlo. Fare pace con me e diventare mia alleata cominciando, finalmente, ad agire per conquistare il mio benessere. Questo è stato per me cambiare, smettere di cercare di capire perché continuavo a mettere in atto comportamenti che mi facevano stare male e cominciare a cambiarli, sperimentandone di nuovi fino a trovare la modalità buona per me. E scoprire che, quando tutto sembra perduto, è in me che trovo risorse che ancora mi sorprendono. Come, per esempio, il coraggio di chiedere aiuto se da sola non ce la faccio.
A cura di Sara Cattaneo. |