di Uberto Pasolini
Il film ci catapulta nella vita di Jhon May, nell’Inghilterra che amo, e ci obbliga a rallentare, e rallentare e rallentare ancora. Mentre incontriamo i protagonisti del film, deceduti senza nessuno che si occupi del loro funerale, la lentezza prende il senso dell’amore e della bellezza, che si contrappone alla solitudine, allo squallore, e all’indifferenza. Jhon amorevolmente dà corpo e vita a delle storie dimenticate, dimenticandosi di farlo con se stesso fino a quando la vita bussa alla porta della sua routine. Un ultimo caso che cambierà Jhon radicalmente nell’unico modo possibile per lui, con estrema dolcezza.
Il film si concede solo un momento di emozione intensa da togliere il respiro, il finale, e ci lascia lì tra l’importanza del carpe diem e la necessità di rallentare per sentire, senza soluzioni ma con molto senso.
Still life mi ha dato la possibilità di tradurre in un flusso di sensazioni alcune riflessioni che mi accompagnano da diverso tempo, come persona e psicoterapeuta: quanto il cambiamento è qualcosa che non necessariamente ha a che fare con il grande rumore, che la lentezza ha qualcosa di magico in cui si nasconde la bellezza fatta di piccoli gesti d’amore, che la tensione tra tempo e sentire possa allentarsi nel senso e infine che per avere a che fare con il senso di una vita devo aprirmi alla possibilità di sentire dispiacere.
Laura
Il film si concede solo un momento di emozione intensa da togliere il respiro, il finale, e ci lascia lì tra l’importanza del carpe diem e la necessità di rallentare per sentire, senza soluzioni ma con molto senso.
Still life mi ha dato la possibilità di tradurre in un flusso di sensazioni alcune riflessioni che mi accompagnano da diverso tempo, come persona e psicoterapeuta: quanto il cambiamento è qualcosa che non necessariamente ha a che fare con il grande rumore, che la lentezza ha qualcosa di magico in cui si nasconde la bellezza fatta di piccoli gesti d’amore, che la tensione tra tempo e sentire possa allentarsi nel senso e infine che per avere a che fare con il senso di una vita devo aprirmi alla possibilità di sentire dispiacere.
Laura